Fuochi e Strati: costruire un sito come ricerca

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Nuca di claudiobindella inchiostro e pennarelli

Ho lasciato alle spalle il vecchio sito e sento la necessità di ripensare il modo in cui presento il mio lavoro. Questo nuovo spazio non sarà una semplice vetrina, ma un terreno di ricerca.

Per organizzarlo sto riflettendo su come nominare le sue sezioni. Provvisoriamente ho usato il termine “Capitoli”, ma in questo modo temo di suggerire una linearità narrativa che non appartiene al mio modo di lavorare. Forse “Strati” o “Fuochi” renderebbero meglio l’idea.

Strati perché rimandano a una stessa realtà che può essere osservata e attraversata a diversi livelli.

Fuochi perché evocano centri incandescenti, nuclei provvisori attorno a cui concentrare l’attenzione, ma che lasciano sempre aperta la possibilità di espansione.

Qualunque nome sceglierò, ciò che conta è che queste sezioni siano aree di ricerca: corpus ancora in formazione, terreni da esplorare più che archivi da consultare.

Fare arte, per me, non significa trasmettere un messaggio o un significato preciso. Significa piuttosto tentare di aprire un varco verso ciò che sfugge al linguaggio e allo sguardo: l’indicibile, il non-vedibile.

In questo percorso mi accompagnano alcune voci filosofiche che hanno sempre avuto un rapporto fertile con l’arte. Penso a Michel Foucault, con il suo sguardo archeologico sugli strati del sapere; a Gilles Deleuze, che ci invita a pensare per intensità e connessioni; e a Jacques Lacan, che con i suoi tre registri — Reale, Simbolico e Immaginario — offre un modo essenziale per orientarsi tra ciò che appare, ciò che si struttura e ciò che resiste a ogni rappresentazione.

Questo nuovo sito, dunque, sarà meno una raccolta ordinata e più una costellazione di fuochi e di strati, un campo aperto in cui arte e filosofia si incontrano per cercare ciò che non si lascia catturare del tutto.

 


 

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