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…avrei voluto essere avvolto, e portato ben oltre ogni inizio possibile

Non si inizia mai da zero, ogni inizio è il situarsi in un sistema più ampio di prassi, strumenti, consuetudini, …,  ed allo stesso tempo ogni inizio deve dar conto della sua ragione di esistere, anche se è solo l’inizio di un blog con poche pretese, se non quelle di essere un dialogare innanzitutto con sé stessi, un luogo dove fissare una memoria personale, artistica, intellettuale.

Questo blog si colloca inoltre all’interno di un sito dove espongo i frutti della mia attività artistica e pertanto è legittimo supporne un collegamento, mentre quello che immagino di sviluppare è un viaggio in parallelo. Vado subito al punto: nella mia vita ho sempre avuto delle fortissime passioni intellettuali, veri amori per artisti, scrittori, filosofi. Le loro opere ed i loro pensieri hanno influenzato il mio fare artistico, anche se non esplicitamente. Non ho mai creduto in una filiazione diretta, come nel dover esprimere tesi, opinioni con le mie opere: ritengo che questa modalità non sia generativa nel lavoro artistico e che i risultati di un simile approccio siano didascalici e banali. Con una metafora trita, direi che il mio approccio è sempre stato quello di nutrire il terreno di conoscenza ma solo affinché ne potessero scaturire fiori spontanei.

Quello che voglio fare qui è proprio parlarvi delle mie passioni intellettuali, delle riflessioni che ne scaturiscono e talvolta del rapporto che viene a crearsi con i miei lavori, permettendomi di rivederli, rileggerli, di pensare ad un diverso sviluppo. Questo è un punto delicato per cui mi ci soffermerò un po’ di più. L’uso che voglio fare di questi autori va nelle due direzioni. Va da loro verso ciò che ho realizzato per permettermi una nuova lettura, talvolta persino spiegare a me stesso perché probabilmente ho fatto questa o quell’altra cosa, per poterne fare una critica. E poi va in avanti su un percorso indefinito di “scoperta” che spero possa aprirmi nuovi orizzonti in cui far crescere nuovi germogli. Se un autore mi porta fuori dalla stanza in cui ho sempre vissuto e che credevo fosse il mondo, mostrandomi invece mari in tempesta e ondulate colline, di questo nuovo orizzonte voglio fare esperienza e non commento o descrizione. Sarà da quella esperienza diventata parte mi me,  che dovranno nascere i frutti.

Tutto questo rischia di essere molto vago ed indefinito, per cui ho deciso che per un periodo che può essere da questo Settembre 2023 sino alla prossima estate, mi occuperò quasi esclusivamente del mio ultimo amore intellettuale. Ed è proprio il filosofo di cui ho deciso di parlare che mi ha dato l’idea di questa temporalità. Oltre ai suoi libri, leggendari sono i corsi che tenne dal 1970 al 1984, anno della sua morte al College de France. In ognuno di questi corsi ha immaginato nuovi approcci, nuove tematiche, nuovi sviluppi, anche se all’interno di un sistema coerente che pur è cambiato nel tempo.

Sempre lo stesso autore per tutti questi mesi, può sembrare una enormità in questi tempi di consumo istantaneo. Un’impresa destinata a sicuro insuccesso numerico se parliamo di follower. Ma siccome il mio unico obiettivo è tenere traccia, diario di un incontro mi ci accingo entusiasta. C’è chi vede Venezia in un giorno, io penso non mi basterebbero cento vite. Gli autori che ho amato non li ho letti, la mia sensazione è quella di averli solo incrociati. Quindi rileggendo e scrivendo, vorrei raccontare di quando ho incrociato Michel Foucault.

 

 

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