LGBTQ+ ART

Intro.

l’amore non ha etichette. Anche l’arte non ne ha! Ma possiamo dire con certezza che ultimamente si è affacciato un nuovo soggetto, che non si vedeva dai tempi dell’arte antica greca e romana. Potremmo definirlo in molti modi diversi: arte gay, arte queer, arte LGBT,… Il termine corretto da usare è una questione molto difficile da affrontare, ed è impossibile raggiungere un accordo senza scontentare qualcuno. Ho quindi optato per questo titolo, proprio perché è il più usato e, nonostante qualcuno lo rifiuti perché non inclusivo di tutte le diverse realtà, credo che dovremmo diffonderne il significato e non cercare una nuova complessa definizione. Scusate questa premessa, ora entriamo subito nel merito.
Una visione progressista è il principio guida di tutto il mio lavoro, ma in questo caso la vita gay, l’amore gay, ecc. sono i soggetti principali di questi dipinti, disegni e tecniche miste. L’arte gay è un pilastro della mia intera produzione artistica e uno dei motivi per cui ho iniziato a dipingere.
L’arte gay come mezzo per un attivismo gay
Mi sono sempre considerato un attivista gay, anche se combatto la mia battaglia principalmente nel mio studioArte gay in altre sezioni.
Ci sono diverse altre opere che riguardano l’arte gay che non ho incluso in questo sito, per non sovraccaricarlo, e anche altre opere che ho preferito includere in altre pagine. Per esempio, nella pagina Happy together troverete Hercules, che rappresenta chiaramente una serata di festa in un locale gay. Aquarius 1 e 2 sono nella stessa pagina, ma avrebbero potuto stare ugualmente qui.
Progetti futuri
Nei lavori più recenti e nei miei progetti per il futuro, l’arte gay ha ancora un ruolo centrale. Ma voglio che faccia parte di un ambito più ampio, in cui i generi non abbiano alcuna importanza. Un mondo libero e aperto è il mondo che voglio descrivere. Aquarius 1 e 2 si collocano esattamente in questa prospettiva.

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La falla.

La Falla, rapporto papà-occhialuto
Nel 2016 “La Falla”, la rivista del Gruppo “Il cassero” di Bologna, uno dei principali gruppi per i diritti degli omosessuali in Italia, mi ha chiesto di disegnare un manifesto per illustrare uno dei temi di quel numero.
Si trattava del rapporto papà-gufo. È stata una grande sfida per me, perché il colore è una caratteristica fondamentale del mio stile, e mi hanno chiesto di creare qualcosa in bianco e nero con solo un colore in più. In questo caso, hanno scelto il Pantone 7446 U, una sorta di lilla, e come ho detto questo era l’unico colore che potevo usare.
Il poster è stato anche inserito in un libro riassuntivo.

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I fili.

Filo 1 e 2
Questi due grandi dipinti, Filo 1 e Filo 2, hanno una genesi completamente diversa. Li ho iniziati entrambi nel 2005, Filo 1 è stato terminato abbastanza presto, per Filo 2, invece, sono stati necessari 4 anni. Per molto tempo non sono riuscito a ottenere un risultato soddisfacente, poi alla fine, dopo molti tentativi, sono riuscito a trovare una soluzione.
L’idea di partenza era quella di fondere due opposti o meglio di farli coesistere nella stessa opera. È qualcosa che ho sviluppato anche in molti altri dipinti di quel periodo. Ogni elemento ha una doppia interpretazione possibile. Partiamo dal nome, Filo in italiano significa filo. I ragazzi giocano con i fili tutt’intorno. Li tirano, i vestiti sono qualcosa che mostra e nasconde allo stesso tempo. Non si capisce nemmeno se si tratta di un gioco o di qualcosa di diverso. Volevo mantenere questa ambivalenza da tutte le parti.
Faccio un altro esempio, nello stesso periodo ho dipinto “Ki… me!”. Lo spettatore poteva riempire la parte mancante del nome con “ss” o “ll”, e il mio obiettivo era quello di mantenere vive nel dipinto entrambe le possibilità.

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Le coppie.

Serie Happy together, la bellezza dell’amore gay
Tre dei dipinti che trovate qui, Happy together 1, 2 e 3, sono stati esposti per la prima volta a Bologna nel 2013. In quel periodo in Italia il governo parlava, con grande ritardo rispetto agli altri Paesi europei, del matrimonio omosessuale. Il mio obiettivo era quindi quello di mettere in evidenza la bellezza dell’amore, e dell’amore gay naturalmente, così come l’ho vissuto nella mia vita. I nostri amanti si rivolgono agli spettatori e sembrano chiedere loro perché dobbiamo ancora lottare per avere i diritti elementari. Li ho intitolati Happy together perché volevo attirare l’attenzione sull’importanza di rimanere uniti per la nostra comunità. Inoltre, mi ha ricordato il meraviglioso film di Wong Kar Way.
C’è un quadro che precede queste serie, è “La luce è dietro di noi”, del 2008; qui, il messaggio positivo della serie Happy together, necessario per promuovere la nostra campagna al di fuori della comunità gay, è sostituito da un’indagine più profonda sulla crisi di una coppia, una coppia gay che ha gli stessi problemi di ogni altra coppia.

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